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Cassetta
di accessori per lo studio dell'ottica geometrica. L'ottica geometrica studia i fenomeni ottici come la propagazione rettilinea della luce, la riflessione e la rifrazione dando una spiegazione del funzionamento di specchi, prismi, lenti. |
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Disco
ottico per lo studio dell'ottica geometrica ( o disco di Hartl ). Apparecchio che consente di introdurre l’ottica geometrica. E' possibile eseguire dimostrazioni sulla riflessione, rifrazione e riflessione totale di raggi luminosi provenienti da un proiettore diottrico munito di diaframmi con una o più fenditure |
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Diaframma
a 5 fessure per disco ottico. E' possibile eseguire dimostrazioni
sulla riflessione, rifrazione e riflessione totale di raggi luminosi provenienti da un proiettore diottrico. |
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Lente
concava e biconcava. |
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Corredo
di lenti convergenti e divergenti con distanze focali diverse. |
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Apparecchio
per la verifica dei fenomeni di riflessione e rifrazione
della luce. Usando la vaschetta trasparente, riempita con un liquido, si può misurare la rifrazione del liquido stesso. L’angolo col quale un raggio proveniente dal proiettore incide su una superficie del secondo mezzo è chiamato angolo di incidenza i: esso indica di quanto è inclinato il raggio rispetto alla normale. L’angolo con cui viene riflesso dalla stessa superficie si chiama angolo di riflessione r. Analogamente, l’angolo col quale un raggio si osserva nel secondo mezzo è chiamato angolo di rifrazione r. |
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Porta-ostacolo
per strumenti ottici. |
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Schermo
opaco. |
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Doppio
specchio su sostegno. |
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Lente
biconcava. |
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Lenti
di vario tipo convergenti. |
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Specchi
ad angolo. |
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Modello
ottico dell'occhio. |
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Prismi
e poliprismi. |
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Prismi
tripli. |
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Prisma
a visione diretta (di G.B. Amici).
L'oggetto
è ottenuto dall'unione di tre prismi dispersivi messi
uno di seguito all'altro. Quello centrale ha dimensione
maggiore e ha sezione a forma triangolo isoscele. Gli altri
due prismi, identici fra loro, hanno invece sezione geometrica
a forma di triangolo scaleno e sono incollati al precedente
attraverso una delle facce. Il tutto ha la forma finale
di un parallelepipedo trapezoidale la cui superficie è
quasi completamente opacizzata. Le due facce opposte sono
invece perfettamente lavorate essendo quelle predisposte
ad essere attraversate dai raggi luminosi durante l'utilizzo.
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Prismi
raddrizzatori acromatici.
Una
lente concava "Flint" è comunemente associata
ad un lente convessa "Crown" per la costruzione
di un doppietto acromatico. Questa accoppiata permette di
ridurre notevolmente le aberrazioni cromatiche rispetto
alla singola lente. Per sistema acromatico s'intende un
sistema ottico in grado di mettere a fuoco, nello stesso
punto, luce di due diverse lunghezze d'onda (cioè
di due diversi colori). Un sistema acromatico classico è
realizzato accoppiando due vetri diversi aventi differenti
coefficienti di dispersione (tipicamente un vetro Flint
ed un vetro Crown): si parla in questo caso di doppietto
acromatico. |
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Specchio
piano orientabile su asta. |
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Banco
ottico per verifica delle leggi di ottica geometrica specchi,
diottro, lenti, prismi. |
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Banco
ottico semplice.
Costruito
in laboratorio inizio 1900. |
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Banco
ottico storico fotometrico. |
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Lampada
a vapori di mercurio. |
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Fenditura
regolabile per verifiche di interferenza e diffrazione. |
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Laser
elio neon. Sorgente di luce monocromatica per esperimenti di ottica
fisica. |
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Tubo
di Righi. |
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Alimentatore
per lampade spettrali. |
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Portalampade
e lampada spettrale. |
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Lampade
spettrali di vario tipo. La lampada a scarica è un tipo di lampadina basata sull'emissione luminosa per luminescenza da parte di un gas ionizzato. La ionizzazione del gas è ottenuta per mezzo di una differenza di potenziale, che fa migrare gli elettroni liberi e ioni positivi ai diversi capi della lampada (dove sono presenti gli elettrodi |
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Specchietti
di Fresnel.
Questo dispositivo fu inventato dal fisico francese
Agustin-Jean Fresnel (1788-1827) in relazione a studi sulla
teoria ondulatoria della luce. Lo strumento consente l'osservazione
delle frange d'interferenza associate alla luce riflessa
dagli specchi. |
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Carter
per lampada. |
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Schermo
al solfuro di zinco per radiazioni ultraviolette. |
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Anelli
di Newton.
Il
fenomeno degli Anelli di Newton, che prende il nome da Isaac
Newton, è una figura di interferenza dovuta alla
riflessione della luce tra due superfici: una sferica e
l'altra piana, adiacente alla prima. Un sottile strato di
aria compreso tra una lastra plana di vetro e la superficie
curva di una lente piano-convessa produce una serie di frange
di interferenza circolari o anelli.Quando viene prodotto
mediante luce monocromatica, si osserva una serie di anelli
concentrici, alternatamente chiari e scuri, centrati nel
punto di contatto tra le due superfici.Quando
viene prodotto mediante luce bianca, si osserva una distribuzione
di anelli aventi i colori dello spettro visibile, ovvero
gli stessi dell'arcobaleno. |
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Diffrattometro.
Costruzione
artigianale in laboratorio anno 1962. |
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Diffrattometro.
Costruzione
artigianale in laboratorio anno 1935. |
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Diffrattometri
artigianali con fenditure da 0,50 ; 0,25; 0,12 mm di larghezza. |
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Doppio
condensatore per diffrazione con cursore e varie fenditure
(0,4 ; 0,3 ; 0,2 ; 0,1 mm). |
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Condensatore
a cursore con fori diversi e fenditure per diffrazione. |
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Doppio
condensatore a cursore per diapositive. |
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Diaframma
con una fenditura per diffrazione. |
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Doppia
fenditura per interferenza. |
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Reticoli
diversi per diffrazione (20,40,80,100 righe / cm). |
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Reticoli
diversi per diffrazione (50 , 570-Rowland- righe / mm). |
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Diaframma
con corpi di diffrazione. |
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Lastra
per zone Fresnel e suo particolare. |
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Reticolo
per diffrazione di Fraunhofer. |
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Diaframma
con foro circolare. |
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Fotoelemento
al silicio. |
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Reticolo
di diffrazione. |
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Reticolo
con schermo opaco. |
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Filtri
Polaroid. |
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Filtri
di vari colori. |
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Filtri
infrarosso e ultravioletto. |
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Spettroscopio
(di Bunsen e Kirchhoff)
Lo
spettroscopio è uno strumento usato per l'osservazione
e l'analisi della radiazione elettromagnetica emessa da
una sorgente. Si tratta del classico apparecchio a prisma
di Bunsen e Kirchhoff (1860) da utilizzare per l'analisi
spettroscopica.Mediante
il loro apparecchio Bunsen e Kirchhoff, scoprirono il cesio
ed il rubidio.I
tubi di scarica di Geissler e di Plùcker furono adoperati
correntemente nella seconda metà dell'800 come sorgenti
luminose per l'analisi spettroscopica.
Nello spettroscopio di Bunsen e Kirchhoff il prisma in vetro
flint è posto al centro di una piattaforma circolare,
munita di coperchio, sostenuta da una robusta colonna che
poggia su tre piedi di metallo.I
raggi luminosi da esaminare, provenienti da una fenditura
posta all'estremità del collimatore e resi paralleli
all'uscita del collimatore stesso, vengono deviati dal prisma
equilatero ed osservati attraverso un cannocchiale con oculare
a cremagliera.Un
secondo collimatore provvede ad inviare dentro al cannocchiale
l'immagine di una scala graduata in modo che essa si sovrapponga
allo spettro. |
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Tubi
di Plücker.
La
scarica elettrica in un tubo a gas rarefatto fu usato da
Plücker come sorgente di luce nell'analisi spettrale.
I1 tubo, che viene posto verticalmente su un sostegno, ha
nel mezzo un tratto a capillare, perché l'intensità
della luce è massima in quella configurazione. Gli
elettrodi metallici, con capsula di contatto, vanno collegati
ad una sorgente di alta tensione (3-6 kvolt per esempio
un rocchetto di Ruhmkorff ). Nella forma della scarica normale
di un gas rarefatto (pochi mm. di mercurio) si distingue,
muovendosi dal catodo verso l'anodo, una piccola zona oscura,
detta spazio scuro di Crookes (1879) o di Hittorf (1869),
un piccolo tratto debolmente illuminato, detto del bagliore
catodico,una seconda regione oscura o spazio oscuro di Faraday
(1838) ed infine una lunga colonna luminosa che si estende
fino all'anodo (colonna positiva). La luce osservata è
dovuta agli atomi del gas che da uno stato eccitato ritornano
allo stato fondamentale emettendo radiazione luminosa la
cui frequenza dipende dalla natura del gas. |
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Proiettore
a carboni con illuminazione prodotta da arco voltaico corredata
di diapositive su vetro. |
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Diapositive
su vetro per proiettore a carboni. |
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Proiettore
diottrico completo di basamento, condensatore e serie di
diaframmi. |
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Specchio
girevole per macchine rotanti.
Per
osservare fenomeni periodici come ad es. oscillazioni di
molle, scarica di lampade a bagliore in tensione alternata
ecc. |
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Lampada
a scarica nei gas con elettrodo a triangolo. |
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Lampada
a incandescenza 12 V. |
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Modello
di spettroscopio. |
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Lanterna
magica.
La lanterna magica è una forma di proiezione
di immagini dipinte (di solito su vetro) su una parete (o
uno schermo appositamente predisposto) in una stanza buia,
tramite una scatola chiusa contenente una candela, la cui
luce è filtrata da un foro sul quale è applicata
una lente. Il procedimento è del tutto analogo nella
sostanza a quello dei moderni proiettori di diapositive.
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Diaframmi
ad iride. |
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Fotometro
di Bunsen.
Il
fotometro "a macchia d'unto", ideato da Bunsen
nel 1841, è pregevole per la sua semplicità
anche se i risultati che si ottengono sono un po' approssimativi.
Probabilmente, il più noto dispositivo per misusare
l'intensità di una sorgente luminosa. Esso permette
il confronto dell'intensità ignota di una sorgente
con una che produce un'intensità luminosa conosciuta.
Il
fotometro consiste in un telaietto (o schermo) di carta
sul cui centro si è fatta cadere una goccia d'olio,
di cera o di stearina. La macchia appare oscura quando l'occhio
si trova tra il telaio e la sorgente luminosa, viceversa
è trasparente guardando la luce attraverso il telaio.
Volendo con questo fotometro comparare l'intensità
di due sorgenti, lo si farà scorrere normalmente
alla retta che le unisce, finche non si vedrà sparire
la macchia centrale. Allora si potrà affermare che
le intensità luminose delle sorgenti stanno in ragione
diretta ai quadrati delle loro distanze dal telaio. Nel
fotometro di Bunsen per osservare contemporaneamente le
due facce dello schermo viene usato un sistema di due specchi,
che fanno un angolo di circa 140° tra di loro, disposti
simmetricamente rispetto allo schermo. L'osservatore posto
di fronte vede le due facce dello schermo riflesse dagli
specchi. |
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Eliostato
con fenditure di varia forma. |
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Polarimetro
di Laurent.
Permette
di misurare il potere rotatorio delle sostanze otticamente
attive.
Se
il tubo porta campione è vuoto o contiene una sostanza
otticamente inattiva, il fascio polarizzato non subisce
alcuna rotazione, attraversa l’analizzatore allineato e
orientato come il polarizzatore e viene percepito all’oculare
con la massima intensità, determinando la posizione
di zero della scala graduata.
In presenza di una sostanza otticamente attiva il piano
di polarizzazione della luce incidente subisce una rotazione.
Per osservare il massimo dell’intensità si deve quindi
ruotare l’analizzatore dello stesso angolo a di cui è
stato ruotato il piano della luce polarizzata. |
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Vaschetta
per soluzioni zuccherine e rotazione piano polarizzazione
luce. |
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Generatore
di onde e frequenziometro. |
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Oscillografo.
L'oscillografo
è uno strumento che permette di registrare graficamente
oscillazioni di grandezze elettriche, meccaniche o di altro
tipo. |
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Diapason
"la 3" per esperienze di risonanza e battimenti. |
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Diapason
elettromagnetico. |
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Metronomo.
Il
metronomo è uno strumento usato in musica per misurare
il tempo o la scansione ritmica. |
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Sirena
di Cagnard de la Tour con contagiri.
Per
dimostrare la relazione fra frequenza ed altezza del suono.
Ruote portante e direttice con fori, la ruota portante ha
sullo stesso asse una vite senza fine che aziona un congegno
riduttore (rapporto 50:1) per agevolare la determinazione
del numero di giri.
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Sirena
a disco di Seebeck.
Impiegato
per il montaggio di una sirena od in unione ad una cellula
fotoelettrica ed all'amplificatore di B.F. quale "ruota
sonora della luce".
La determinazione del rapporto frequenza/altezza suono può
essere fatta ad esempio col cronometro elettronico ed il
contatore di impulsi oppure con lo stroboscopio. |
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Sirena
a disco di Seebeck. |
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Risuonatore
di Koenig.
Tale
apparato, presentato nel 1864 dal suo ideatore e costruttore
R. Koenig, è basato sulla trasduzione acustico-ottica,
attuata mediante capsule manometriche, di un suono analizzato
da una serie di risonatori di Helmholtz e visualizzato mediante
fiamme osservate in uno specchio ruotante. L'analizzatore
armonico di Koenig è composto da un supporto verticale
portante otto risonatori sferici di Helmholtz accordati
sulle prime otto armoniche di 128 Hz (128, 256, 384, 512,
640, 768, 896 e 1024 Hz). Ciascuno di essi è siglato
da König sul bordo dell'imboccatura dove è riporta
la nota musicale eventualmente corrispondente (DO2, DO3,
SOL3, DO4, MI4, SOL4, settima armonica e DO5). Ognuno, attraverso
l'imboccatura auricolare e tramite tubi in gomma, comunica
con una capsula manometrica che comanda una fiamma: sia
i risonatori che le fiamme sono disposti verticalmente gli
uni sopra gli altri, un poco obliquamente in modo che le
fiamme non si sovrappongano e non si perturbino reciprocamente.
Per lo stesso motivo i becchi sono di lunghezza decrescente.
Subito sotto le otto capsule si trova la camera di distribuzione
del gas dalla quale fuoriescono otto ugelli collegati alle
capsule manometriche con tubi di gomma. Uno specchio a quattro
facce ruotante manualmente è parte integrante dell'apparecchio:
ha l'asse di rotazione parallelo ad una retta congiungente
i becchi ed è da essi parzialmente separato con un
doppio paravento che le contorna per minimizzare gli effetti
perturbativi dell'aria mossa dallo specchio. All'apparato
era richiesto di provocare variazioni di ampiezza visibile
nelle tracce luminose, a seguito dell'arrivo di un'onda
sonora composta da una o più armoniche in risonanza
con le cavità acustiche dello strumento; di non generarne
nel caso opposto. König lo presentò come un
apparecchio adatto più alla dimostrazione che alla
ricerca, poiché formato da risonatori fissi, non
accordabili a piacimento. Propose, inoltre, di utilizzarlo
per mostrare come, in genere, i suoni naturali non siano
semplici: con le canne d'organo, con le corde vibranti,
con l'ancia libera, per l'analisi della voce umana. L'aspetto
dimostrativo dell'analizzatore, comunque, non impedì
che esso fosse effettivamente utilizzato sia in laboratorio
per l'analisi di suoni la cui complessità non era
nota a priori, sia a scopo didattico. |
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Specchio
rotante per risuonatore.
Per
l'osservazione di fiamme vibranti. La rotazione avviene
manualmente per mezzo di una manovella che é collegata
alla barra degli specchi. |
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Canne
d'organo comprendenti un ottava con capsula manometrica
a gas:
per visualizzare le onde sonore mediante la fiammella
alimentata dal gas stesso secondo la tecnica detta delle
"fiamme danzanti".
Vi è anche una canna speciale con cui studiare
le onde stazionarie.
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Ruota
a denti di Savart
(inventario anno 1907).
Per dimostrare il rapporto tra frequenza ed altezza del
suono.
La ruota deve essere montata sulla macchina di rotazione,
il suono è prodotto avvicinando ai denti delle
ruote un cartoncino o un foglio di plastica.
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Pinzetta
a tormalina con 5 cristalli e prisma di calcite con doppia
rifrazione. |
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Romboedri
di calcite.
In particolari cristalli, come il cristallo di calcite (noto
col nome di Spato d'Islanda), un raggio luminoso incidente
non solo viene doppiamente rifratto, ma è anche scisso
in due raggi dalle caratteristiche particolari. Il fenomeno
si chiama birifrangenza e l'effetto visivo guardando attraverso
il cristallo è il fatto che un'eventuale scritta
posta dietro di esso si vede doppia, anche se non lo è.Vi
sono strumenti ottici (polariscopi) che sfruttano le diverse
proprietà dei due raggi prodotti, poiché in
essi la luce ha una caratteristica speciale: è polarizzata
(si può dire semplificando che l'oscillazione dell'onda
elettromagnetica segue "una regola" e non è
distribuita invece omogeneamente e casualmente in tutte
le direzioni come la luce ordinaria). |
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Parallelepipedo
di vetro all'uranio. |
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Caleidoscopio.
Il caleidoscopio è uno strumento che si serve di
specchi e pezzetti di vetro o plastica colorati, per creare
infinite strutture simmetriche. Appoggiando un occhio a
un'estremità (come fosse un cannocchiale) e ruotando
l'altra estremità (o tutto il tubo nei modelli più
economici), si possono vedere delle figure interessanti
simmetriche, formate dall'immagine diretta più quelle
create dalle riflessioni degli specchi; le figure cambiano
continuamente senza mai ripetersi. |
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Apparecchio
proiezione diascopia episcopia. |
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Stereoscopio.
Costruttore manifatture Keystone View Company_ inventario
anno 1904.
Lo
stereoscopio, immaginato da Wheatstone nel 1838 e modificato
in seguito da Brewster, è uno strumento per mezzo
del quale si vedono in rilievo le immagini di oggetti a
tre dimensioni disegnate, o fotografate, sopra una superficie
piana.
Il principio fondamentale dello stereoscopio consiste nel
collocare davanti a ciascun occhio l'immagine d'uno stesso
oggetto, una delle quali però è disegnata
con la prospettiva dell'occhio destro e l'altra con quella
del sinistro (coppia di immagini leggermente sfasate tra
di loro o immagine stereoscopica).Se
ciascun occhio vede soltanto l'immagine che gli è
destinata e le due immagini si sovrappongono si ottiene
una percezione viva e distinta del rilievo.Nello
stereoscopio di Wheatstone la sovrapposizione delle immagini
si otteneva per mezzo di due specchi piani, in quello di
Brewster con due lenti convergenti. |
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Supporti
per visione filmini e diapositive (costruzione
artigianale anno 1959 e 1962). |